CONTROLLI AMBIENTALI

CONTROLLI AMBIENTALI NELLE SALE OPERATORIE

Controlli ambientaLi nelle sale operatorie.

La sala operatoria rappresenta un ambiente complesso, storicamente considerato “ad alto rischio” in quanto l’intervento chirurgico che vi si compie, espone necessariamente il paziente ad un elevato rischio infettivo.
Le particolari attenzioni sono programmate al fine di garantire la sicurezza di pazienti e di operatori. La classificazione delle sale operatorie come reparti ad alto rischio infettivo è tale in quanto in esse si registra o effettivamente elevati valori di incidenza di infezione ospedaliera.
Le possibilità di contaminazione batterica all’interno del blocco operatorio sono legate principalmente ai seguenti fattori:
- la contaminazione da parte di strumentazione non sterile
- la contaminazione diretta o indiretta da parte di agenti microbici aerodispersi la cui fonte d’importazione primaria è rappresentata dal personale: equipe operatoria e pazienti
- la difettosa immissione d’aria dall’impianto di VCCC (ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata).

E’ stato stimato che il 10% circa delle infezioni acquisite in ospedale, siano determinate da germi aerogeni. I microrganismi presenti nell’aria possono causare infezioni, direttamente oppure indirettamente raggiungendo altre superfici esposte all’aria come strumenti chirurgici, venendo così trasferiti all’oggetto dell’infezione. Da uno studio effettuato da Whyte e coll., sulla caratterizzazione delle specie microbiche presenti nella ferita chirurgica di pazienti sottoposti a interventi per protesi d’anca, in sale operatorie dotate di ventilazione convenzionale, sembra che il 98% dei batteri derivino dall’aria e di questi il 30% sono depositati direttamente dall’aria, il resto raggiunge la ferita per via indiretta. Un lavoro molto importante di Lidwell, effettuato su interventi di protesi d’anca, dimostra la progressiva diminuzione dell’incidenza delle infezioni post-operatorie con la riduzione del livello di contaminazione dell’aria. L’aria può contaminarsi all’interno della stessa sala operatoria o giungervigià contaminata. La presenza di microrganismi aerodispersi nell’ambiente operatorio è dovuta principalmente alla presenza umana in quanto ogni soggetto, soprattutto in fase di attività, distribuisce nell’ambiente germi da tutto il mantello cutaneo e dall’apparato pilifero, anche attraverso gli indumenti. Sulla cute umana sono presenti due tipi di popolazioni microbiche: la popolazione residente che rappresenta il 10-20% della popolazione microbica totale e non comprende specie patogene e la popolazione transitoria, costituita da microbi presenti sugli strati più superficiali della cute (tra le squame dello strato corneo e sotto la pellicola idrolipidica. I microrganismi transitori costituiscono l’80-90% della flora microbica cutanea e sono responsabili della maggior parte delle infezioni. Nell'ambito di una valutazione complessiva delle condizioni ambientali di una sala operatoria si ritiene importante considerare il livello di inquinamento microbiologico, essendo tale parametro strettamente correlato alle procedure di sanificazione e di controllo igienico del blocco operatorio. Per un controllo microbiologico ambientale routinario sono sufficienti rilevazioni quantitative della carica microbica totale.

Scopo dei rilevamenti è quello di identificare le sorgenti di infezione e di sottoporre a verifica l'efficacia delle norme comportamentali a dottate dal personale ed i protocolli di pulizia attuati nella sala. I prelievi devono quindi interessare tutte le aree circostanti il tavolo operatorio a rischio, nonché le zone di ingresso dell'aria dagli impianti di condizionamento. La qualità dell’aria può essere controllata mediante l’esposizione nell’ambiente di piastre contenenti adatti terreni di coltura agarizzati che consentono di evidenziare, dopo incubazione, i germi legati a particelle sedimentabili. Il controllo batteriologico dell’aria è effettuato con il metodo del campionamento passivo. Tale metodo prevede l’allocazione delle piastre in ambiente per un’ora con sedimentazione delle particelle aeree, carrier microbiologico ed esprime il suo livello di contaminazione microbica con un dato standardizzabile e riproducibile quale il numero di microrganismi per m3 di aria. La gestione degli impianti VCCC (sostituzione filtri assoluti e dei filtri rigenerabili) è affidata all’Ufficio Tecnico che provvede direttamente e/o attraverso impresa aggiudicataria del servizio di sostituzione, solitamente semestrale, dei filtri assoluti.

CONTAMINAZIONE PARTICELLARE e CLASSIFICAZIONE ISO (UNI EN 14644-1)

Il controllo verrà svolto con cadenza periodica e comunque dopo interventi di manutenzione o ricambio filtri e in occasione di indagini specifiche per esigenze particolari. Tali controlli sono svolti al fine di valutare la capacità dell’impianto di condizionamento di ottenere condizioni idonee per la sala operatoria considerando che il particolato è un “carrier” dei microrganismi eventualmente presenti nell’ambiente di lavoro.

Allo scopo viene utilizzato uno strumento contatore discreto di particelle, conforme alla UNI EN 13205:2002 [128] in grado di:
- visualizzare o registrare la conta e le dimensioni delle particelle discrete nell’aria;
- discriminare la dimensione delle particelle in modo da rilevare la concentrazione totale delle particelle appartenenti alla gamma dimensionale considerata.
Lo strumento per la conta delle particelle è dotato di un certificato di taratura valido. L’elaborazione statistica dei dati deve essere condotta secondo quanto riportato dall’Appendice C della Norma UNI EN ISO 14644-1.

Sono fornite le concentrazioni di particelle per metro cubo d’aria ed il limite superiore di confidenza(LSC) del 95% per la media generale. La sala operatoria soddisferà i requisiti di conformità previsti dal programma di assicurazione della qualità se la concentrazione delle particelle calcolata sarà in accordo alla norma UNI EN 14644-1 per la specifica classe.

CONTAMINAZIONE MICROBIOLOGICA DELLE SUPERFICI

Gli obiettivi di questi campionamenti sono:
- conferma e verifica dell’efficacia dei protocolli di sanificazione e disinfezione adottati;
- verifica della corretta applicazione del protocollo di sanificazione e disinfezione adottato;
- verifica in situazioni di evidenza epidemiologica.

Si ricercheranno patogeni in punti di prelievo critici:
Letto operatorio, scialitica, tavolo servitore, pavimento, carrelli, attrezzature, maniglia delle porte, interfoni, superfici verticali, bocchette di immissione ed estrazione dell’aria.

INQUINAMENTO DA AGENTI ANESTETICI

Il monitoraggio degli agenti anestetici viene effettuato nell’ambito della valutazione del rischio di esposizione ad agenti chimici. La procedura di verifica prevede, al fine di conseguire una appropriata tutela della salute in tale ambiente lavorativo ai sensi della normativa vigente, sia la determinazione delle concentrazioni ambientali degli agenti anestetici utilizzati (es. protossido d’azoto, sevoflurano, desflurano ecc..), sia la ricerca di eventuali perdite dal circuito di anestesia in alta e bassa pressione per consentire che gli interventi di manutenzione siano il più possibile mirati e risolutivi.p

Il controllo periodico dell’esposizione del personale ad agenti anestetici si svilupperà secondo due fasi operative così distinte:
FASE 1 – Ricerca delle perdite nel circuito di anestesia in alta e bassa pressione
FASE 2 – Monitoraggio Ambientale del protossido d’azoto (N2O) e anestetici alogenati.
Il monitoraggio deve essere eseguito, per considerarsi rappresentativo ai fini della valutazione dell’esposizione ad agenti anestetici, nell’ambito della zona respiratore e zona equipe chirurgica in corrispondenza del campo operatorio.

Per consentire una corretta interpretazione dei risultati ottenuti nel corso del monitoraggio andranno registrate le procedure anestesiologiche attuate. È opportuno provvedere ad una indagine completa delle condizioni di inquinamento riguardanti tutti gli agenti anestetici con cadenza semestrale, aumentando eventualmente la periodicità nei casi in cui l'inquinamento sia più preoccupante.

CARATTERISTICHE MICROCLIMATICHE

In ambito occupazionale l'ottimizzazione dei parametri microclimatici deve procurare una sensazione di "benessere termico" nel lavoratore. Nel Reparto Operatorio ed in particolare nella sala operatoria le condizioni microclimatiche dovrebbero essere tali da assicurare attraverso un adeguato grado di benessere termico una buona "performance" dell'operatore evitando di arrecargli disturbo o di interferire con la propria specifica attività a tutela della propria sicurezza e della salute dell'operando. Il DPR 14/1/1997 [1] prevede nel blocco operatorio un impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (VCCC) centralizzato che garantisca una temperatura compresa tra 20°C e 24°C, un’umidità relativa tra il 40% ed il 60%, (indipendentemente dalla stagione), ed una portata d’aria tale da garantire un minimo di 15 ricambi di aria/ora di tutta aria esterna.

In considerazione della rilevanza che il comfort termoigrometrico riveste nei confronti della “performance” degli operatori, della loro sicurezza e della salute degli operandi, si ritiene utile integrare i dati di temperatura ed umidità relativa con quelli di analisi del comfort microclimatico per ambiente "moderato" (come la sala operatoria), ovvero gli indici di Fanger (PMV = voto medio prevedibile, PPD percentuale prevista di insoddisfazione), secondo quanto indicato dalla norma tecnica UNI EN ISO 7730:2006 [97]. Attraverso l’elaborazione dei parametri microclimatici misurati, in relazione all’isolamento termico del vestiario indossato dagli operatori (UNI EN ISO 9920:2007 [134]) ed al dispendio metabolico stimato vengono calcolati gli indici PMV (Voto Medio Previsto) e PPD (Percentuale di Insoddisfatti) necessari ad una corretta valutazione del grado di benessere termico avvertito dagli operatori.

La valutazione periodica dei parametri ambientali microclimatici dovrà essere effettuata con periodicità semestrale (possibilmente nei periodi estivo ed invernale), o con periodicità più ravvicinata qualora:
- siano stati eseguiti interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria;
- a rottura dell’impianto tali da alterarne i requisiti prestazionali;
- nelle situazioni in cui si raccolgono indicazioni di disagio termico da parte degli operatori della struttura.

GRADIENTI DI PRESSIONE

L’impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata ha la funzione di mantenere adeguate condizioni igienico-ambientali in sala operatoria. Nel caso specifico deve essere in grado di mantenere gradienti di sovrapressione stabili tra gli ambienti più puliti e quelli meno puliti per evitare l’ingresso di aria ”sporca” da questi ultimi verso i primi.

La differenza minima di pressione tra due locali contigui deve essere almeno di 5 Pascal (UNI EN ISO 14644-4:2004 [127]. Per la misura del gradiente di pressione tra due locali contigui è utilizzato un manometro differenziale con intervallo di misura adeguato ai livelli di pressione da misurare (+ 1 Pascal; tolleranza + 1% della lettura).

VOLUMI DI ARIA IMMESSA E RICAMBI DI ARIA

Lo scopo della determinazione della portata d’aria è quello di verificare in modo puntuale il funzionamento dell’impianto di condizionamento; il ricambio dell’aria ambiente ha il fine di diluire e contenere gli inquinanti potenzialmente presenti o prodotti in sala operatoria. La geometria degli ambienti, le attrezzature presenti, gli arredi, le persone, il posizionamento delle bocchette di mandata e ripresa dell’aria possono influire pesantemente sulla geometria dei flussi d’aria e sull’efficacia dell’impianto aeraulico nel realizzare la diluizione o il contenimento degli inquinanti.

Diventa quindi importante determinare più che i ricambi d’aria calcolati sulla base del mero rapporto tra volume d’aria immessa e volume dell’ambiente, la reale capacità dell’impianto di diluire gli inquinanti che rappresenta il dato significativo ai fini della valutazione igienico-ambientale. Tale capacità è indicata nel DPR 14.01.1997 [1] nel valore minimo di 15 ricambi d’aria/ora. La determinazione viene effettuata a sala vuota in condizioni di at-rest.